Pagelle Amstel Gold Race 2022: Michal Kwiatkowski si ritrova, Benoit Cosnefroy si afferma, Mathieu Van Der Poel soffre

Michal Kwiatkowski (Ineos Grenadiers), 10: Opera la selezione decisiva, poi attacca e infine vince. È il vincitore naturale di una corsa che lo ha visto assoluto protagonista quando la corsa è entrata nel vivo, che conquista con quel pizzico di furbizia e fortuna che non guastano. Reduce da un inverno difficile, in cui più volte si è dovuto fermare, senza potersi allenare e dovendo riscrivere il suo programma, riesce comunque a farsi trovare pronto al momento giusto, candidandosi ad un ruolo principale per le prossime due settimane.

Benoit Cosnefroy (Ag2r Citroën), 9: Sempre pronto al momento giusto, non sbaglia niente fino al traguardo, battuto solamente per un soffio da un corridore di grande esperienza. Per il primo grande trionfo deve ancora aspettare, ma è chiaro a tutti che ormai bisogna fare i conti con lui nelle grandi classiche, nelle quali riesce a far valere el sue qualità in salita e negli sprint ristretti.

Tiesj Benoot (Jumbo-Visma), 8: Il belga è fra i più generosi, correndo con coraggio e determinazione, cercando di animare la corsa. Visto il risultato, spende troppo al momento sbagliato, ma è poi bravo a cogliere l’attimo nel finale per ritagliarsi un altro bel risultato in prima persona, a conferma che la Jumbo-Visma può ritagliarsi grandi soddisfazioni anche in assenza del suo capitano.

Alexander Kamp (Trek-Segafredo), 8: L’invitato a sorpresa del gruppetto dei migliori è lui, abile a farsi trovare pronto al momento della decisiva, reggendo poi tutte le successive accelerazioni fino a concludere la corsa con una bella quinta posizione. Il solido corridore danese trova così a 28 anni il risultato migliore della sua carriera.

Stefan Kung (Groupama-FDJ), 7,5: Dopo aver mostrato grandi progressi nelle classiche del pavé, sulla carta a lui più congeniali vista la sua grandissima potenza, oggi si mostra a suo agio anche in una corsa nervosa e scattosa come l’Amstel. Da lodare anche il suo spirito combattivo e la sua grinta, pronto a lavorare senza tirarsi indietro per la buona riuscita del tentativo, in cui era stato sin da subito uno dei pochi a farsi trovare pronto.

Marc Hirschi (UAE Team Emirates), 7,5: Non è ancora quello del 2020, ma continua la sua striscia positiva di questo inizio di stagione, che lo ha visto concludere nei dieci tutte le corse a cui ha partecipato. Oggi è anche uno dei più attivi e grintosi, sia quando si tratta di attaccare che poi di cercare di andare a chiudere sui corridori davanti. In vista delle prossime corse delle Ardenne, ancor più adatte a lui, torna ad essere un uomo molto pericoloso.

Tom Pidcock (Ineos Grenadiers), 7,5: Assieme al compagno Michal Kwiatkowski opera la selezione decisiva, portando via il gruppettino che poi si giocherà la corsa. Una volta partito il compagno è bravo a correre da stopper, rispondendo praticamente a tutti i tentativi. Alla fine non fa neanche la volata, uscendo immeritatamente dai primi dieci.

Kasper Asgreen (Quick-Step Alpha Vinyl), 7: Dopo la Strade Bianche conclusa sul podio, torna a farsi vedere nelle posizioni di testa con una buona corsa da comprimario. Ancora lontano dalla forma che lo scorso anno lo ha visto eccellere sul pavé, il danese mostra comunque segnali di crescita e chissà che non possa ancora fare meglio nelle prossime settimane, riscattando una delle peggiore primavere che si ricordi della corazzata belga.

Michael Matthews (TeamBikeExchange-Jayco), 7: Si gestisce benissimo nel momento più difficile, riportandosi sotto con grande tenacia. In seguito provano più volta a staccarlo, ma lui non molla e resta fisso davanti, non tirandosi neanche indietro quando c’è bisogno di dare qualche cambio, malgrado ovviamente non sia compito suo visto che era nettamente il più veloce del primo gruppo che si era selezionato in precedenza, anche nel caso da dietro fossero rientrati anche gli altri.

Mathieu Van Der Poel (Alpecin-Fenix), 6,5: Meno brillante di altre volte, prova a giocare più di astuzia che di gambe, gestendosi nei momenti più duri e cercando di non farsi mettere troppo in mezzo. Purtroppo per lui, è il grande favorito e tutti guardano lui nei momenti chiave. Dopo aver corso di rimessa, nel finale prova in qualche modo a ripetere l’exploit del 2019, ma stavolta il miracolo non riesce.

Dylan Teuns (Bahrain-Victorious), 6,5: Spende forse troppo e male, ma conferma di essere uno di quei corridori che può stare davanti praticamente in tutte le classiche, centrando anche oggi la Top10, seppur per il rotto della cuffia. Anche considerando che poi dietro stava rientrando il compagno Jan Tratnik (6) e che poi Matej Mohoric (5,5) ha regolato gli inseguitori, forse ci si poteva gestire meglio.

Matteo Trentin (UAE Team Emirates), 6,5: Migliore degli italiani, ha un compagno davanti e non può essere lui a tirare, malgrado dia l’impressione di poter essere fra coloro che potrebbero fare la differenza nel gruppo all’inseguimento. Peccato sia stato fra gli ultimi a perdere il treno giusto, altrimenti sarebbe stata tutta un’altra corsa davanti. In vista della Parigi-Roubaix, dopo un inverno difficile, c’è speranza.

Tim Wellens (Lotto Soudal), 5,5: Malgrado sembri uno dei più pimpanti e attivi, nel momento decisivo si trova troppo dietro e non riesce a seguire. Successivamente spende tanto per provare a rientrare, prima tirando quasi da solo un gruppetto in cui trova molti compagni degli uomini davanti, poi con un infruttuoso attacco che lo vede spendere le ultime energie residue.

Jakob Fuglsang (Israel-PremierTech), 5,5: Timidi segnali di ripresa da parte del danese, che tuttavia soffre nei momenti caldi, non riuscendo a seguire su strappi e salite che sono invece tra i suoi terreni preferiti. A due settimane dal grande obiettivo di inizio stagione, potrebbe non essere tardi per lui.

Michael Valgren (EF Education – EasyPost), 5: Un paio di movimenti prima che la corsa esploda, ma quando c’è il cambio di ritmo non riesce a seguire. Tra i pochi che dovrebbero cercare di inseguire, non sembra averne abbastanza per fare meglio di un 15° posto che di certo non lo soddisfa.

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